Salute del Colon
Cos’è la stipsi e come affrontarla?

Il nostro organismo risconta spesso dei problemi che comportano fastidi non indifferenti anche nello svolgere attività quotidiane comuni. Uno di questi può essere la stipsi, una difficoltà legata allo stomaco molto frequente. Spesso questo particolare malfunzionamento del nostro intestino si riscontra maggiormente con l’avanzare dell’età, specialmente per quanto riguarda le persone di sesso femminile. Talvolta è legato a problemi di stress che causano quindi questi disturbi di difficoltosa o non frequente evacuazione, con sensazioni di non completo svuotamento dell’intestino.

 

Esistono due diversi tipi di stipsi: la stipsi cronica, ovvero quella che si manifesta per lunghi tratti di tempo (spesso maggiori di 6 mesi) e con maggior frequenza, e la stipsi acuta, ovvero problemi passeggeri che si risolvono in breve tempo.

 

Che differenza c’è tra stipsi e stitichezza?

Come erroneamente si può pensare, quando si parla di stipsi come sinonimo di stitichezza si commette un’imprecisione. La stitichezza infatti è solamente uno dei due tipi di stipsi esistenti: si tratta della stipsi da propulsione, ovvero quella legata al rallentato transito. Esiste poi una stipsi da espulsione, definita in modo tecnico out-flow, ovvero quella che riguarda l’incapacità parziale o totale dell’evacuazione.

 

Cosa può provocare la stipsi?

Le cause di questo problema fisiologico possono essere diverse, a partire dai cambi che possono manifestarsi nelle abitudini alimentari, come gli stessi orari. È inoltre più frequente nelle persone che svolgono una vita sedentaria e che non si idratano a sufficienza nel corso della giornata. Accade spesso di riscontrare questo malfunzionamento dell’intestino anche nelle donne in gravidanza e in persone che hanno fatto uso di antibiotici o che hanno avuto un intervento chirurgico nel recente passato. Tutte queste cause valgono per la stipsi transitoria o acuta.

 

Per la stipsi cronica invece, ci possono essere delle cause che riguardano vere e proprie disfunzioni motorie intestinali e/o anorettali. A queste si aggiungono anche patologie quali la diverticolosi, malattie infiammatorie croniche intestinali e il tumore del colon-retto. Alcuni farmaci possono rallentare il transito delle feci lungo l’intestino, fra questi gli anestetici, gli analgesici, gli antiacidi, gli anticolingerici e gli antidepressivi.

 

Quali sono invece i problemi causati dalla stipsi? Sicuramente problemi di evacuazione, che vanno al di sotto delle tre volte a settimana, presenza di feci dure, ovvero caprine, sforzo eccessivo durante la defecazione, senso di ostruzione o di blocco anale e sensazione di evacuazione incompleta, come detto in precedenza.

 

Quali sono i rimedi per la stipsi?

Sicuramente si tratta di un problema non di poco conto dato che la stipsi può causare fastidi prolungati nel tempo. Uno dei rimedi più efficaci è indubbiamente la idrocolonterapia, pratica che permette di ripulire l’intestino da tutte le scorie e le tossine. Avviene per mezzo di acqua purificatrice, un metodo dunque naturale che punta alla pulizia del colon. In alternativa ci sono molte altre pratiche che funzionano molto bene, come una dieta ricca di fibre, la cui quantità giornaliera consigliata si aggira tra i 20 e i 35 grammi. Anche la sola attività fisica permette di sconfiggere questo malfunzionamento dell’intestino se praticata in modo regolare.

 

Bere molta acqua è un altro rimedio poiché i liquidi aiutano a mantenere un buon transito rendendo le feci più morbide. In casi estremi, come quando i cambiamenti nell’alimentazione e nello stile di vita non sono sufficienti, è consigliato fare uso di lassativi. Ne esistono di diverso tipo: integratori di fibre che permettono di ammorbidire le feci richiamando acqua nell’intestino, lassativi da contatto che però possono causare talvolta crampi addominali, emollienti che lubrificano le feci agevolandone il passaggio, osmotici che richiamano anch’essi acqua nell’intestino con un particolare processo e lassativi salini, spesso utilizzati nella preparazione per le procedure endoscopiche.

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La flora batterica intestinale

La flora batterica è una componente fondamentale per il benestare del nostro organismo. In particolare, questi elementi permettono la pulizia dell’intestino crasso, rendendo fluide le feci, eliminando le scorie incrostate sulle pareti dell’intestino e favorendo anche l’espulsione delle sostanze di rifiuto. Questo insieme di microrganismi consiste in oltre 500 specie di batteri che costituiscono un vero e proprio ecosistema che si nutre nel nostro apparato digerente e, a sua volta, pulisce quest’ultimo.

 

Quali sono le funzioni della flora batterica?

Come abbiamo appena detto, le funzioni della flora batterica sono diverse. Il microbiota, popolazione che vive all’interno del nostro intestino, in generale aiuta a ripulire quest’ultimo da tutte quelle che possono essere le scorie residue come le feci che restano incrostate sulle pareti. Tutto ciò favorisce anche il passaggio delle feci che poi verranno espulse.

 

Possiamo dunque affermare che la flora batterica intestinale ha tre ruoli:

  • una funzione difensiva-immunitaria, ossia contrastare la formazione e lo sviluppo di batteri patogeni alterando il pH dell’intestino;
  • una funzione metabolica, ossia quella di permettere la sintesi di alcune vitamine e l’assorbimento di oligominerali come calcio, ferro e magnesio nel nostro intestino;
  • una funzione digestiva, ovvero quella che permette l’assorbimento di tutte le vitamine, le proteine e in generale tutti i nutrienti nel nostro organismo.

 

È semplice a questo punto comprendere quanto sia importante la flora batterica intestinale per il nostro corpo, senza la quale si potrebbero riscontrare problemi fisiologici importanti.

 

Cosa rovina la flora batterica?

In generale, ci sono tre casi che ci permettono di capire che la flora batterica non sta svolgendo correttamente il proprio compito. Il gonfiore addominale e il meteorismo sono spesso una di queste: l’accumulo di gas provoca la dilatazione delle pareti intestinali. La diarrea o la stipsi possono essere un’altra causa di flora batterica non funzionante, determinando dunque uno squilibrio di quest’ultima. Infine, i dolori addominali indicano spesso un’infiammazione.

 

Un’alimentazione incorretta o squilibrata può dunque causare tutti questi problemi poiché sono indispensabili alimenti ricchi di fibre e probiotici per mantenere in equilibrio tutto il nostro intestino grazie proprio alla flora batterica. La pulizia dell’intestino è dunque fondamentale per evitare tutti i problemi sopracitati. Si sconsiglia dunque l’eccesso di cibi non naturali o comunque è bene inserire degli alimenti ricchi di fibre all’interno della propria dieta.

 

Anche lo stress può essere causa di un malfunzionamento della flora batterica poiché ha chiaramente un effetto negativo anche sul nostro organismo: talvolta anche il semplice cambio di stagione può scombussolare il nostro intestino e dunque l’equilibrio fisiologico della nostra flora batterica intestinale. Attenzione anche alle terapie farmacologiche che alterano il funzionamento di quest’ultima.

 

Cosa prendere per la flora batterica?

Gli alimenti perfetti per una flora batterica equilibrata sono dunque tutti quelli che contengono grandi quantità di fibre e probiotici. Fra questi possiamo elencare farine integrali e cereali come fibre adatte come nutrimento per la flora batterica intestinale; carciofi, cicoria e verdura verde sono alimenti adatti poiché ricchi di fibre (attenzione agli eccessi che potrebbero causare la stipsi); lo yogurt è un prodotto ottimo perché è ricco di probiotici naturali; come alternativa ai vegetali possiamo consigliare miso e tempeh, fonti di probiotici derivati dalla fermentazione dell’orzo.

 

Anche l’idrocolonterapia può essere importante perché permette la rimozione di tutte le scorie residue e ripulisce appunto il colon, l’ultimo tratto dell’intestino crasso. Stimola dunque i riflessi di defecazione e, se ben eseguito, questo genere di lavaggio permette di purificare il colon interno, dalla parte iniziale (cieco) a quella finale. A differenza di quanto si possa pensare, queste pratiche non sono per nulla complesse né dolorose, sono piuttosto rimedi piacevoli, efficaci e di facile esecuzione.

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Cos’è il colon-irritabile ? Quali i sintomi?

colon-irritabile: Quando si parla di disturbi intestinali, uno dei tratti dell’apparato digerente più delicati è sicuramente il colon. Prima di esaminare il tratto specifico, però, analizziamo a 360º i settori dell’intestino, così da comprendere quale parte del corpo umano analizzeremo nelle prossime righe. In primis abbiamo il piccolo intestino, comunemente chiamato intestino tenue, il quale comincia dalla valvola pilorica, necessaria a dividerlo dallo stomaco, e termina nella zona della valvola ileocecale, confinante con l’intestino crasso. Per 7 metri di lunghezza e con un diametro di medio di 4 centimetri, le tre sezioni sono il duodeno, il digiuno e l’ileo. L’altro settore, invece, è appunto l’intestino crasso: tale tratto comincia dalla valvola ileocecale e finisce in corrispondenza dell’ano. Mentre l’intestino tenue si divide in tre sezioni, l’intestino crasso presenta sei parti: cieco, colon ascendente, colon trasverso, colon discendente, sigma e retto, per un totale di 2 metri di lunghezza e 7 centimetri di diametro. La parte che ci interessa, in tal caso, è proprio l’intestino crasso.

Tornando alla problematica specifica, la sindrome del colon irritabile, spesso chiamata anche colite spastica, si presenta in maniera decisamente distinta rispetto alle altre malattie infiammatore intestinali, le quali mostrano già irregolarità nell’anatomia dell’intestino. Nella sindrome del colon irritabile, infatti, l’intestino mantiene un aspetto privo di anomalie.

Cos’è la sindrome del colon irritabile?

Cos’è la sindrome del colon irritabile?

La sindrome del colon irritabile è una condizione cronica che, se non trattata in maniera adeguata, può prolungarsi per diversi anni, anche con risultati poco piacevoli. Non parliamo di una malattia accostabile a casistiche ben più celebri, come il Morbo di Crohn o la colite ulcerosa, poiché tale cronicità non altera anatomicamente nessuna parte dell’intestino, ma presente dei classici disturbi infiammatori intestinali.

I sintomi e le cause del colon irritabile

Non si conoscono le esatte cause legate alla sindrome del colon irritabile, ma diversi studi hanno ipotizzato le più plausibili. Partiamo da quella più attendibile, ovvero una comunicazione anomala tra encefalo, fibre nervose e muscoli intestinali. Poiché l’intestino e l’encefalo sono legati da un’estesa rete di nervi, tale anomalia nella comunicazione porterebbe all’irritazione del colon. La relativa fisiopatologia, in breve, avviene nel seguente modo: visto che le protagoniste del processo digestivo sono le contrazioni delle cellule muscolari, se quest’ultime si contraggono esageratamente subentrano meteorismo, gonfiore addominale e diarrea. Al contrario, una contrazione poco ritmata provoca stipsi, feci secche o fin troppo dure.

 

Altri stimoli classici del colon irritabile possono riassumersi nelle seguenti circostanze:

 

Alterazioni ormonali: tra le persone più inclini all’infiammazione del colon ci sono le donne. Ciò ha portato i medici ad attribuire al ciclo mestruale e, di consulenza, agli ormoni un ruolo potenzialmente centrale tra le cause della sindrome del colon irritabile.

 

Alimentazione: diversi cibi possono risultare determinanti nel contribuire alla sindrome del colon irritabile, motivo per cui un’alimentazione sana ed equilibrata è un requisito necessario per prevenire tale dinamica. Tra gli alimenti spesso affiancati alla sindrome del colon irritabile troviamo cioccolata, cibi grassi, latte, bevande alcoliche e spezie.

 

Stress: una salute mentale quotidianamente soggetta allo stress presenzia in diverse persone affette da colite spastica.

Idrocolon terapia di Ipanacea

A cosa si può ricorrere, di conseguenza, per un efficace lavaggio intestinale? La soluzione a tale cronicità è NanoClean21. Il dispositivo, fornito di specola, è destinato al trattamento del lavaggio intestinale. Il trattamento avviene veicolando acqua, a temperatura e pressione controllata, con l’uso del dispositivo stesso. Ma come può l’acqua avere dei benefici così impattanti? Il liquido iniettato durante un lavaggio intestinale si aggiunge al volume delle feci, esercitando una pressione sulla muscolatura intestinale e stimolando intensamente la peristalsi e i riflessi di defecazione. L’acqua introdotta rimuove feci depositatesi nel tratto interessato dal lavaggio. Per ulteriori informazioni consultare il sito https://ibenesseresalute.it/product/nanoclean21mp3/

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